L'istruzione tecnica e professionale e la sfida del prossimo anno scolastico

Ho l’inveterata abitudine di tenere ben distinti il ruolo e il primato della politica e il ruolo dell’amministrazione, entrambe a servizio dell’interesse pubblico. Soprattutto quando le riforme non si limitano a un semplice belletto, ma hanno l’ambizione di cambiare ciò che non funziona o che potrebbe funzionare meglio, il «centrocampo amministrativo» diventa decisivo. Ricordava in altra epoca uno che se ne intendeva, Vittorio Emanuele Orlando, come «non le leggi invero fanno difetto in Italia, ma i meccanismi esecutivi; eppure a questi bisognerà chiedere ogni volta il massimo contributo effettivo, affinché la volontà del legislatore si compia». In tanti anni di attività amministrativa, svolta a vari livelli, di riforme rimaste al «caroamico» o abbandonate dopo la firma degli atti, per i più svariati motivi, ne conto a decine. Ogni tanto, faccio il contrappello dei pezzi rimasti a vagare tra gli uffici. Ora, l’anno scolastico 2025/2026 rappresenta l’anno di snodo per la messa a terra...