28 settembre 2023

La corretta procedura per individuare le Messe a disposizione (MAD)

Le "messe a disposizione" sono funzionali a garantire, nel caso di esaurimento delle Graduatorie provinciali e delle Graduatorie di istituto (comprese le GI delle scuole viciniori), la continuità del servizio di istruzione. Sono, anche, uno dei rari casi ove il DS può (e deve) esercitare la propria discrezionalità. Che non è arbitrio... ma per l'appunto discrezionalità, e dunque fondata su CRITERI. Forse è opportuno ripassarli, anche rispetto ad alcune richieste di chiarimento o di intervento che mi sono arrivate in questi giorni. Il riferimento è alla Nota 19 luglio 2023, n. 43440, che è sul punto esplicita: "Si evidenzia che, in caso di esaurimento delle graduatorie di istituto, anche delle scuole viciniori, il dirigente scolastico conferisce la supplenza all’aspirante che ha manifestato la propria disponibilità e che non sia inserito in alcuna graduatoria della stessa o di altra provincia, individuandolo prioritariamente tra i docenti abilitati e i docenti specializzati; successivamente, tra coloro che hanno conseguito il titolo di studio previsto o, in ulteriore subordine, che lo stanno conseguendo. In ogni caso, le domande di messa disposizione rese in autocertificazione ai sensi del D.P.R. n. 445/2000, devono contenere tutte le dichiarazioni necessarie per consentire la verifica puntuale dei suddetti requisiti da parte dei dirigenti scolastici, ivi compresi gli estremi del conseguimento del titolo di abilitazione e/o del titolo di specializzazione, nonché la dichiarazione esplicita dell’interessato di non essere inserito in alcuna graduatoria della stessa o di altra provincia". L'ordine delle MAD è pertanto il seguente:

1 aspiranti abilitati o specializzati SOS;
2 aspiranti che stiano per acquisire l'abilitazione o la specializzazione;
3 aspiranti in possesso del titolo di studio di accesso alla specifica classe di concorso;
4 aspiranti che siano iscritti a un percorso che dà accesso alla specifica classe di concorso;
5 altri aspiranti.

Per fare un esempio estremo, un aspirante iscritto al primo anno di SFP ha la priorità assoluta da MAD sui posti di infanzia e primaria, anche a fronte di un dottore di ricerca in pedagogia.
All'interno dei 5 gruppi, da verificare rigorosamente nell'ordine, il DS esercita la propria discrezionalità. Consiglio di adottare una determina, dandone comunicazione agli organi collegiali, che stabilisca i criteri in caso di parità di condizione. Quando parlo di "criteri", non parlo di "graduazione", ma per l'appunto di situazioni che consentono una motivazione all'atto: tipicamente, l'aver già prestato positivamente servizio nell'istituzione scolastica. Non adotterei un "regolamento" o altre formule concertate, perché ciò significa da parte del DS "spogliarsi" unilateralmente dei propri poteri datoriali e dirigenziali. Senza considerare che detti regolamenti (a volte "antichi") cozzano spesso contro le disposizioni del Ministero, che in questo caso, in assenza di disposizioni normative specifiche, opera legittimamente attraverso Note. Se la Nota dispone A e il regolamento B, vince la Nota. Ma il DS si espone a una conflittualità o a un contenzioso (gli esposti sindacali in merito si sprecano) che possono essere evitati, adottando provvedimenti comunque trasparenti perché basati su criteri noti.
Un ultimo aspetto è importante. Chiunque sottoscrive un contratto presso una istituzione scolastica (come presso qualsiasi altro posto di lavoro) si impegna a fornire la prestazione prevista dal CCNL. Il datore di lavoro/DS, dal canto suo, in quanto "garante dell'offerta formativa", ha il dovere di verificare che la prestazione sia svolta correttamente e di attivare, se del caso, quanto disposto dal testo unico all'art 512.

25 settembre 2023

I nuovi percorsi di abilitazione

 Con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 4 agosto 2023 sono stati adottati, a sette anni dall'ultimo TFA, i nuovi percorsi di abilitazione per l'insegnamento nella scuola secondaria di secondo grado. 

07 settembre 2023

La revisione del decreto interministeriale 29 dicembre 2020, n. 182. Il testo normativo "collazionato"

Ho pensato utile e opportuno riportare sul testo del decreto interministeriale 29 dicembre 2020, n. 182 le modificazioni apportate dal decreto interministeriale 1° agosto 2023, n. 153. Per quanto riguarda gli allegati, sono stati interamente sostituiti (con modificazioni puntuali, sulla base comunque dei testi precedenti), e conviene leggerli direttamente al link ministeriale. Spero che, a questo punto, si riannodino i fili della formazione (compresa l'individuazione di figure esperte per il supporto alle istituzioni scolastiche), purtroppo interrotta nel 2021 dopo i primi webinair.

Eccovi dunque il testo collazionato, compresi i nuovi allegati in word, e il link alla pagina del ministero.

Primo ciclo. Facciamoli leggere, facciamoli scrivere!

L’inizio di settembre è anche tempo di programmazioni. Magari solo imbastite, o ameno spero…, perché pretendere di stabilire un tragitto di insegnamento definitivo a prescindere dal contesto concreto in cui si opera, fatto innanzitutto di alunni, significa fare burocrazia e non scuola. Come cerco di insegnare, nelle mie scorribande di didattica spicciola a lezione, nessun documento progettuale è mai definitivo: è un "codice degli abbozzi", che come tale tiene traccia di errori, ripensamenti, cambi di direzione...

Ma volevo parlare di altro. Fare un appello accorato, alle maestre e ai maestri della primaria e in generale ai docenti del primo ciclo. Perché a loro, e solo a loro, tocca gettare le fondamenta. Facciamoli leggere, gli alunni. Libri belli e interessanti, non “costruiti” in laboratorio. Libri anche “difficili”, ovverossia con un linguaggio che non sia impiastricciato dalle solite trecento parole da cui sono purtroppo composte e conformate molte “letture” (per lo più ampiamente censurate… ma questo è un altro capitolo). Portateli in classe, fateli vedere. Magari anche qualche antica striscia… il Signor Bonaventura, perché no, o Le avventure di Pinocchio nella riscrittura in versi di Gianni Rodari. E ricordate sempre ché non esistono le “paroline difficili” – espressione da aborrire –, ma solo le parole che non si conoscono e che ogni bambino ama apprendere e riusare (ho visto un paio di maestre partire dalle etimologie e dalle "storie delle parole" - chapeau!).  Facciamo leggere libri che spuntino anche lì per lì, da un racconto, da una osservazione, da un’idea, da un fatto che capiti in classe. Evitiamo la lettura “coatta” e diamo loro elenchi da arricchire. Usciamo dalla ritualità libro/scheda, che è quanto di più repulsivo esista, giochiamo con i testi e lasciamoli giocare con i testi.

E facciamoli scrivere. Il più possibile. Magari su quaderni a formato di bambino (cfr. la saggezza di Beatrix Potter), senza farli inerpicare per i "raccoglitori" A4. Mettiamo al bando le schede in tutti quei casi in cui non siano strettamente necessarie, diamo un taglio netto ai puntini da riempire, alle parole da cerchiare e alle correlate figurine da colorare. Facciamoli scrivere. Perché l’esercizio della scrittura, da coltivare appena possibile, è esercizio dell’articolazione del pensiero; è apprendimento diretto della lingua; è arricchimento del lessico, è, anche, scoperta di sé stessi. E se a scrivere non si impara alla primaria, non si impara più, se non a prezzo di sforzi durissimi che si è poco disposti a fare, come sanno da secoli maestri e didatti e come suggellato dagli studi delle neuroscienze.

Facciamoli leggere e scrivere senza intrupparli in schemi spesso pretenziosi e sgangherati. Insegniamo loro a scrivere correttamente (il che implica progressivamente anche suggerimenti su come organizzare il materiale), esercitando "l'apprendimento per errori", e a leggere dando un senso. Non pretendiamo, soprattutto, di far correre chi non sa ancora camminare. Ci sarà tempo per le schede libro, per individuare narratore e narratario, per “redigere” secondo la “forma” del saggio o dell’articolo di giornale.  Evitiamo tutto ciò che strangoli il piacere della lettura e la scoperta della scrittura. Lasciamo da parte, senza se e senza ma, tutto ciò che non si trasforma (perché non si può oggettivamente trasformare) in apprendimento significativo.

Le parole della disabilità: finalmente si fa ordine

Il decreto legislativo 3 maggio 2024, n. 62 , recante «Definizione della condizione di disabilità, della valutazione di base, di accomodamen...