100 anni di Opera Nazionale Montessori... guardano al domani

Giusto cento anni fa, con Regio Decreto 8 agosto 1924, n. 1534, l'Opera Nazionale Montessori, su proposta del Ministro per l'istruzione pubblica, era eletta quale Ente Morale e ne veniva approvato lo Statuto. 

Tra alti e bassi, momenti di crisi e di rilancio che ne hanno caratterizzato la vita, l'ONM rappresenta oggi il «centro propulsore» del metodo in Italia. Per conoscenza diretta, visto che più volte mi è capitato di fare da ispettore agli esami finali dei percorsi di specializzazione, e indiretta, attraverso la testimonianza di molte mie ex studentesse, so che, attraverso un secolo di vita, la formazione degli insegnanti montessoriani ha, oggi, lo stesso rigore che la caratterizzava ai suoi albori. E sappiamo quanto ciò non sia per nulla scontato, visto il fiorire di offerte che invadono il web.

Oggi, scartabellando tra le mail, me ne è capitata una di… una decina di anni fa… nella quale una giovane DS, appena capitata in un istituto comprensivo di frontiera di Milano, chiedeva confronto e sostegno per una sperimentazione un poco pazza, ovvero la verticalizzazione del metodo Montessori nella secondaria di primo grado. L’ho fatta morire… non lo nascondo… proprio perché l’idea mi piaceva e di idee buone buttate al macero o sprecate ne ho viste purtroppo tante. La chiave di volta era rappresentata dal cogliere lo spirito del metodo e nell’adattarlo a una diversa età evolutiva, ancora più che a un grado diverso, senza disperderne il rigore. Solo così si sarebbe potuta superare l'assenza dell’ancoraggio ai «materiali», mai sviluppati da Maria Montessori, nonostante le molte riflessioni sulla preadolescenza e adolescenza. 

Insomma, occorreva (e occorre… sempre: qualsiasi innovazione si intraprenda) dimostrare di saper essere «nani sulle spalle di un gigante», se Giovanni di Salisbury mi perdona la parafrasi, «così che possiamo vedere più cose di loro e più lontane, non certo per l'acume della vista o l'altezza del nostro corpo, ma perché siamo sollevati e portati in alto dalla loro statura».

La sperimentazione, grazie a un serio monitoraggio curato da UNIMIB, dimostrò la sua validità nei primi 5 IC della Lombardia, fu estesa nel 2021 a 24 sedi su tutto il territorio nazionale con capofila l’IC Riccardo Massa di Milano e, se il diavolo non ci mette la coda, potrà diventare ordinamentale una volta approvato il DDL attualmente in discussione alla Camera dei Deputati a partire dall’anno scolastico 2025/26. Sarebbe la migliore celebrazione, sostanziale e non formale, di questi cento anni di vita dell’Opera… e piacerebbe indubbiamente alla Dottoressa, come è noto, tanto allergica alle smancerie e ai tributi di circostanza quanto attenta alla concretezza.  

Una sola avvertenza, da «montessoriano di complemento». Ogni idea cammina sulle gambe delle persone. Ogni didattica vive nell’ambiente di apprendimento e costruisce l'ambiente di apprendimento. Non è una formula matematica: è soprattutto una relazione umana. Il suo successo o il suo insuccesso sono determinati dalla capacità del docente di trasformare la tecnica in anima, ἄνεμος. Sempre. Il rigore e la selettività dei corsi di specializzazione dipendono da questa consapevolezza. Come ebbero a dirmi, in momenti diversi (uno dei quali fu di stop a una candidata: i corsi montessoriani sono onerosi, ma non basta pagare...), due formatrici come Cinzia Vodret e Ulla Schmidt, «se manca l’attitudine, manca tutto». Se venisse meno il rapporto tra «attitudine montessoriana» e «diploma di specializzazione», soprattutto nel mare aperto della secondaria di primo grado, sarebbe come cadere dalle spalle del gigante. 

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